Saturimetri: cosa valutare prima di acquistarne uno

Il saturimetro da dito è diventato un oggetto molto ricercato a causa della pandemia di Covid19, l’interesse per quello che prima era un dispositivo utilizzato esclusivamente in ambito medico è letteralmente esploso.
Paura di contrarre il coronovirus e non averne uno a disposizione viste le difficoltà a seguire i malati a casa da parte delle ASL, hanno spinto molti italiani a comprarne uno.
Dopo metà ottobre 2020, come si vede nel grafico delle ricerche su Google Trends dove si era già registrato un picco a marzo-aprile:

L’entità numerica del fenomeno è molto evidente anche sugli shop online come Amazon dove sono migliaia gli apparecchi acquistati:

Il saturimetro o pulsossimetro misura il livello di ossigenazione del sangue: è un parametro fondamentale per conoscere se polmoni sono in grado di assumerne in quantità sufficiente respirando l’aria.
Il piccolo apparecchio che si attacca a un dito, viene solitamente usato nei pazienti con asma, bronchite e polmoniti.

Sono affidabili quelli che si vendono in rete a prezzi stracciati?

Facendo delle ricerche abbiamo notato strumenti a prezzi anche molto bassi, può un saturimetro da 5-6 euro o da 20/30 fare bene il suo lavoro?
Nelle forniture agli ospedali il prezzo che abbiamo rilevato prima della pandemia oscillava intorno ai 50/70 euro, pur considerando la consueta scontistica che si trova online , è quindi ragionevole pensare che difficilmente strumenti che costano meno di 20 euro siano veramente affidabili, conisiderato anche il delicato compito che hanno.

Come funziona il saturimetro

La pulsossimetria viene eseguita con l’uso di luce infrarossa che passa attraverso una parte relativamente trasparente della pelle, di solito dove c’è un buon flusso sanguigno, mentre l’altro lato riceve una luce di ritorno.
Il principio di questa tecnologia è che l’emoglobina ossigenata può assorbire una quantità maggiore di luce infrarossa, consentendo il passaggio di più luce rossa.

L’emoglobina deossigenata assorbe più luce rossa, consentendo il passaggio di una maggiore quantità di luce infrarossa.
In poche parole, il rapporto tra la luce rossa e quella infrarossa trasmessa attraverso il sangue fornisce la misurazione della saturazione di ossigeno.

L’intensità rimanente dovrebbe rappresentare il sangue con l’ossigeno, che viene quindi visualizzato come percentuale di saturazione dell’ossigeno sullo schermo elettronico del pulsossimetro.

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